La storia la conosciamo tutti: ogni qualvolta editori nostrani come Panini, Saldapress o Sergio Bonelli Editore tirano fuori un’edizione limitata, che sia una semplice variantstrafigasberluccicosa o un volume extralimitedquantogodoedition, acquistabile unicamente online nei loro rispettivi siti, si ripete, come in un dannato loop spaziotemporale, un rituale collettivo: fan/collezionisti/lettori/speculatori, armati di speranza e di connessione Internet, pronti alla battaglia; login effettuato; account Paypal pronto all’uso; browser aggiornato all’ultima versione; updates di Windows o MacOS disattivati; due o tre preghierine preventive per tamponare i potenziali bestemmioni in arrivo; dita sudate che danzano sulla tastiera, emuli di Clint Eastwood pronto a estrarre la Colt (“Al cuore Ramon!”).
Ma poi, puntuale come un cliffhanger nel finale di stagione, ecco che si manifesta l'incubo: il Website, sopraffatto da un'orda di acquirenti ormai teleguidati dall’amigdala in piena attività, cede. Crasha rovinosamente.
Un copione che si ripete ogni maledetta volta, ineluttabilmente: server che rantolano sotto il peso di un traffico insostenibile, pagine Web che si rifiutano di caricare, carrelli della spesa che si svuotano misteriosamente, strani messaggi di errore comprensibili solo a Tank della Nabucodonosor di Matrix. Quel che poi resta sul campo di battaglia è l’odore acre e nauseabondo delle speranze tradite degli utenti. Utenti che, delusi e incazzati come zombie affamati dopo aver provato a mangiare il cervello di Salvini, sfogano tutto il loro stress postraumatico sulle pagine Social degli editori.
Il problema, manco a dirlo, è che i server, progettati e dimensionati per gestire un flusso di traffico "normale", si trovano a dover fronteggiare un'ondata di click concentrata in una manciata di minuti, un vero e proprio tsunami digitale.
Pagine e profili s’intasano con i racconti di queste epiche battaglie dall’esito scontato: "Ero lì all’ora X, collegato già da 40 minuti” o "Avevo già cliccato su compra e la pagina è scomparsa improvvisamente” e ancora “La pagina per il pagamento non caricava”, “mi ha buttato fuori al checkout” e via così, post dopo post, commento dopo commento. Vere e proprie storie di guerriglia digitale, che si concludono, tutte, con “Esaurito in 3 minuti grazie…” + svariati epiteti, in perfetto italiano o in raffinato vernacolo, indirizzati all’editore di turno.
Ora, è evidente come queste iniziative editoriali attirano sempre un’enorme folla di potenziali acquirenti, per le ragioni che ho cercato di spiegare in un video, che vi linko qui.
Ma quando l’infrastruttura tecnologica a cui ci si affida non è all'altezza, quando crolla sotto il peso dei clic, si crea una pericolosa frattura tra l'editore e la sua clientela. Un solco che diventa sempre più profondo e che rischia di compromettere un già messo a dura prova rapporto di fiducia. Non si tratta più, semplicemente, di un acquisto mancato, di un'occasione perduta. Ma della sensazione, ben più amara, di essere stati esclusi, non per causa nostra, da un rito collettivo. Di essere stati respinti, immeritatamente, alla porta del tempio.
Una problematica che le piattaforme di eCommerce, chi le gestisce e chi le usa, non possono più permettersi di ignorare. Pena la perdita di credibilità e, alla fine, di clienti.
Nel 2025, nell'era del cloud computing e delle soluzioni tecnologiche scalabili, esistono strumenti efficacissimi per gestire picchi di traffico prevedibili, per far fronte ai click-day senza soccombere. Sistemi capaci di adattarsi dinamicamente al flusso di utenti, code virtuali per gestire le queue in modo ordinato, sistemi di prenotazione scaglionata per evitare la congestione, token temporanei per garantire un accesso equo.
Non c'è bisogno di inventare nulla, di trovare soluzioni esoteriche. Basta volerlo. Basta affidarsi a fornitori di servizi seri, con cui pianificare queste attività per tempo. Pagando quel che c’è da pagare e senza fare i micragnosi. Soprattutto, quando si stanno vendendo edizioni chiaramente overprezzate in nome di una presunta rarità o esclusività.
Anche perché il cliente frustrato non dimentica. E se è vero che la passione porta pazienza, che l'amore per il fumetto spinge a sopportare qualche disservizio, che si chiude un occhio per una, due, tre volte…è altrettanto vero che una sequela senza fine di mancati acquisti per incapacità gestionale possono trasformare un acquirente fedele in un ex-cliente frustrato, che si farà perfino la T-Shirt con la scritta “Vaffanculo XXX” - dove al posto di XXX potete mettere il nome dell’editore colpevole - da esibire alla prossima Lucca Comics.
I crash del server dei vari Saldapress, Panini, SBE, etc. sono diventati meme. Ma non è un fenomeno inevitabile, che ti coglie di sorpresa. È un problema che ha una soluzione che gli editori, per rispetto verso i loro clienti e per il bene del loro business, hanno il dovere di affrontare. Con la giusta pianificazione e i necessari investimenti. Prima del prossimo maledetto down.
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