Però, l’aspetto su cui vorrei soffermarmi è un altro e cioè: come è mai possibile che un autore con le contropalle (scusate il francesismo, ma sono davvero turbato per quanto è accaduto) come Peter David, uno che ha lavorato nel settore per tutta la vita e che ha scritto cose memorabili, acclamate dalla critica ma anche dal grande pubblico; uno che si suppone non avesse seri problemi economici, che dovrebbe vivere dignitosamente, si riduca a dover promuovere una campagna di Crowdfunding per sostenere le proprie spese mediche?
E non è il primo caso, nel mondo dei comics (qualcuno ha detto George Pérez?).
Nonostante abbia superato l’età dell’innocenza da un bel pezzo, nonostante tutto quello che ci sta accadendo intorno, io ancora non mi spiego come sia possibile che un popolo intero, che abbiamo, volenti o nolenti, assunto a guida e faro del mondo occidentale, possa permettere che la gente non abbia il sacrosanto diritto di curarsi e che il conto in banca possa fare la differenza tra una buona o una cattiva (o assente) cura, quindi in pratica tra la vita e la morte.
Al di là dei gravi problemi di salute di Peter David, trovo inconcepibile che tutto ciò possa accadere ancora, nel 2025. Ma, d’altronde, non pensavo neanche che nel 2025 ci potesse essere una sanguinosa guerra ancora inspiegabilmente in corso a due passi da casa mia e che, poco lontano, si potesse consumare un nuovo Olocausto, nell’indifferenza del mondo intero.
Ciao Peter, non rammaricarti: non so se dove sei adesso ci sia davvero il Paradiso, ma di certo ciò che hai lasciato non lo è.
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