30/03/2020

Decostruzionismo in pillole: il Brat Pack di Rick Veitch

Molto prima di Ennis,  ma non prima di Moore e del suo Miracleman, Rick Veitch è l’autore che - al pari dei due citati, seppur in tempi diversi e con stili alquanto differenti (da scaricatore di porto per Ennis e da delicato pittore per Moore) - ha scardinato il concetto stesso di supereroe e le dinamiche della sua narrazione, introducendo una tendenza alla “trasgressione introspettiva” che non appartiene certamente solo agli autori citati, ma che verrà ripresa, rimaneggiata, stravolta e riadattata anche da Mark Gruenwald, Warren Ellis, Frank MillerGrant Morrison, Neil Gaiman (non vogliatemene per chi non ho citato).

Sebbene Veitch spartisca con Moore (con il quale ha più volte collaborato) questo “primato”, in Italia la sua produzione non ha mai avuto buona sorte editoriale

Classe 1951, diplomato all'accademia d'arte di Joe Kubert, quando Moore lasciò la serie Swamp Thing, dopo il numero 64, Veitch ne prese il posto, con il grande merito di non far rimpiangere il Bardo di Northampton. Giunto al numero 88, propose ai capoccia di DC Comics  una storia in cui Swamp Thing incontra Gesù: una trama ardita che fu inizialmente approvata ma poi brutalmente scartata dall’allora presidente della DC Jenette Kahn, perché ritenuta troppo provocatoria e blasfema per i lettori credenti. Veitch lasciò così DC Comics sbattendo la porta e questa vicenda fu così mal digerita che uno dei sassolini che si tolse dalle scarpe fu proprio Brat Pack, una delle sue migliori opere (come sceneggiatore e come disegnatore).

Pubblicata tra il 1990 e il 1991 in una miniserie di 5 numeri editi da Tundra Publishing della Mirage Studios prima e The King Hell Press dopo, da lui fondata, Brat Pack è vagamente ispirato alla famosa (famigerata?) morte dell’antipatico Jason Todd/Robin per mano di Jim Starlin (ma su mandato dei lettori del Pipistrello di Gotham, chiamati alle armi da un originalissimo sondaggio telefonico), in Una Morte in Famiglia. Racconta del rapporto tra “supereroi” (mai virgolette furono più necessarie) e le loro spalle e lo fa con “un affresco a tinte fortissime, direi acide, dell'intero cosmo degli eroi in tuta, portando in scena una versione mai così perversa e corrotta della Justice League” (Filippo Messina). 
Scenari quotidiani di (auto)idolatria di non-eroi motivati solo dal guadagno personale, edonisti, egoisti, sadici, violenti e perversi fino alla pedofilia, con cui l’autore riprende – sbeffeggiandosene -  i temi della Seduzione degli Innocenti di  Fredric Wertham.
Un caso di "se non ci fossero sarebbe molto meglio", che è esattamente quel che pensa il villain (concetto dai confini poco netti, per Veitch)  di turno, il misterioso Doctor Blasphemy: a Slumburg, questi telefona a una radio locale e propone agli ascoltatori un sondaggio: volete voi che faccia fuori le spalle dei quattro supereroi della città – che non godono certo di buona nomea? Detto fatto, il che costringerà  i 4 super a reclutarne di nuovi…
Veitch conosce il fumetto di supereroi, lo distrugge, lo distrugge perchè il fumetto di supereroi, fatto come veniva fatto, secondo lui non andava bene. Doveva evolversi, mutare, e diventare qualcosa di diverso, di nuovo. In Bratpack, non si lascia niente a nessuno. Non si lascia nulla a chi ama il genere, che se lo vede demolire davanti. Non si lascia nulla al cinico, che vede che forse in alcuni casi poteva aver ragione, ma che ci possono ancora essere delle storie diverse fatte coi supereroi. Non lascia nulla a chi sa, che una visione così nera e cupa di un genere, è sbagliata, ma poi si accorge che lo sa anche l'autore” (Giovanni Campodonico).

Rick Veitch
In Italia, Brat Pack è stato pubblicato solo una volta dalla defunta casa editrice Phoenix, in tre brossuratini, nel 1994. Anni fa una ristampa in volume era stata annunciata dalla bolognese Comma22 (che aveva già ristampato un'altra opera decostruzionista di Veitch:  The One, che precede lo stesso Watchmen di Alan Moore), che però non ha mai visto la luce.
Personalmente, vi consiglio di recuperare la recente - e molto ben fatta - edizione in lingua originale della IDW Publishing, a patto di non aver problemi a digerire la lingua madre dell’autore.
Nella speranza che qualche editore italiano si accorga dell'importanza di Rick Veitch e ci regali delle edizioni degne di cotanto talento.

Prima di chiudere, un doveroso ringraziamento a Filippo Messina di Altroquando e Giovanni Campodonico di Comicsverse 101, preziose fonti per questo breve excursus.
Qualche info in più sulla carriera di Rick Veitch la trovate sulla pagina Wiki americana a lui dedicata.

#restateacasa

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