26/03/2020

Perchè la nuova legge sul libro è solo aria fritta e sortirà l'effetto contrario

Considerazione in buona fede: la nuova legge sul libro, la promozione e il sostegno alla lettura non raggiunerà mai gli scopi che si è prefissata. 

Lascio nel cassetto il pensar male, anche se a volte ci si azzecca (cit. Giulio Andreotti, sigh) e faccio alcune considerazioni, cercando di argomentare quanto ho appena affermato.

E' evidente che ad oggi il costo (e non mi riferisco al mero prezzo di vendita) di 'sto gran marasma generato dalla Legge 151 del 13 febbraio 2020 si  abbatte inesorabilmente sulle già provate spalle dell'anello più debole delle filiera, overo il lettore/consumatore. Ricordo che la legge prevede, tra tanti "buoni propositi" che al momento sono solo proposte di lavoro senza reali stanziamenti (e con la situazione attuale, reputo difficilissimo che siano a breve stanziati fondi, quindi resteranno...buoni propositi), una riduzione forzata degli sconti applicati da chiunque venda libri e perfino albi a fumetti (e qui siamo al ridicolo) al consumatore finale: dal 15% a non più del 5%. Questo, che io sappia, è L'UNICO punto attuato della legge in vigore dal 25 marzo di quest'anno (tra l'altro, in piena emergenza sanitaria in corso e con gli esercizi commerciali chiusi in tutt'Italia). Il resto è, come leggerete più avanti, poco più che aria fritta. Ma andiamo con ordine e consentitemi una premessa.

I meccanismi di protezionismo hanno sempre avuto corto respiro.  Giovano all'attore della filiera che si vuol favorire solo per brevi periodi di tempo, perchè solitamente non si tratta di soluzioni strutturali ma di artificiosi cerotti posti su una ferita da arma da fuoco

Il mercato si evolve, cambiano le filiere, cambiano le abitudini dei consumatori: così come tra la fine dell'800 e i primi del 900 le compagnie che gestivano le diligenze lasciarono il passo alle linee ferrate e il telegrafo si arrendeva alla radio; così come, più di recente, il Videotel (alzi l'anziana mano nerd chi se lo ricorda) è defunto con l'arrivo di Internet e l'eMail ha ucciso il fax, il mercato on-line ha prodotto e sta ancora producendo sostanziali trasformazioni al modo in cui ogni giorno facciamo cose: studiamo e lavoriamo (oggi più che mai...), prenotiamo e organizziamo una vacanza (con il conseguente diradamento delle agenzie di viaggio), ci spostiamo nelle e tra le città (con Uber e Flixbus - non a caso entrambe bersaglio di ambigue manovre politiche di boicottaggio), perfino fumiamo, con la sigaretta elettronica che fa tanto paura alle lobbies dei tabacchi. Per non parlare di Youporn e Netflix che hanno decretato la fine di videoshop e Blockbuster
Ci pensate se la risposta dei governi al progresso tecnologico fosse stata proteggere il mercato esistente e ostacolare i nuovi attori? In questo momento mi stareste leggendo su una newsletter arrivata via fax, l'ultima vacanza l'avreste pagata il doppio o il triplo e...questa mattina non dimenticate di andare a restituire il DVD o vi applicheranno la penale!

L'eCommerce è una rivoluzione che inevitabilmente causerà (e ha già causato) tante vittime. E la colpa non è certo solo di Amazon...che poi, non esiste solo Amazon: ci sono tantissime aziende piccole e meno piccole che della vendita on-line hanno fatto il loro business, nei settori più disparati e dunque anche nella vendita on-line di libri e fumetti. Che campano alla faccia di Amazon perchè offrono un SERVIZIO e non solo un pacco postale arrivato in 24 ore. 

Molte filiere l'hanno capito e si stanno riorganizzando: le catene di elettronica di consumo fanno quasi tutte vendita on-line a completamento delle attività in presenza, con la possibilità di usare il  negozio come punto di consegna e per la consulenza prevendita e l'assistenza postvendita. Perfino l'automotive sta timidamente iniziando a proporre la vendita attraverso la Rete!

Le librerie no. I librai che pensano che grazie all'amico Franceschini potranno continuare a lavorare come hanno sempre fatto e che la nuova legge sia la panacea di tutti i mali, sono lontanissimi dalla realtà. 
Le librerie sopravviveranno - legge o non legge - se diventeranno davvero (e non a parole) centri locali di aggregazione culurale; se a servire i clienti ci sarà personale competente ed  entusiasta e non gente annoiata; se gli eventi con gli autori, i firmacopie, le presentazioni, si moltiplicheranno e saranno fruibili non solo a Roma, Torino o Milano. La trasformazione, così come nell'industria esiste la riconversione,  è  un must: è l'unico modo per sopravvivere, non una stupida legge che ridurrà ancor di più il numero dei lettori. 
Sia chiaro: alcune librerie/fumetterie l'hanno capito. Quelle gestite da professionisti dall'occhio lungo sanno bene come va il mercato, si sono adattate e lavorano. Con difficoltà, ma lavorano. Mettendoci sempre lo stesso entusiasmo del primo giorno in cui hanno aperto la saracinesca.  E queste perle rare (perchè tali sono, finiamola con l'ipocrisia!) sono premiate dai lettori, che preferiscono spendere qualcosina in più ma scambiare quattro chiacchiere con chi ci lavora o con altri avventori, perchè sanno che troveranno un ambiente accogliente e confortevole.

Ma non basta: se si vuol agire sulla filiera (e BISOGNA farlo), si intervenga con competenza e non con false soluzioni facilone: si agisca sulle case editrici, sulla distribuzione, si cerchi di equilibrare il peso degli attori nella filiera, iniziando ad affrontare, ad esempio, l'annoso problema del conto vendita e, dunque, la gestione dei resi che crea, così com'è adesso, aberrazioni sconcertanti. Si parta da tutto questo e DOPO, casomai, si limitino gli sconti per legge

Perchè - mi sembra quasi stupido doverlo scrivere - se manca il lettore/consumatore, quindi la domanda, inevitabilmente l'offerta ne soffrirà. Lo Stato deve farsi portatore di nuove istanze che mirino a far leggere di più gli italiani: soluzioni solide, strutturali, di ampio respiro, che tocchino altri settori (ad iniziare dalla scuola), che siano di stimolo alla lettura. 

E invece ad oggi ci ritroviamo solo un prezzo finale di vendita più alto di ieri. Vivissimi Complimenti.

In bocca al lupo a tutti e #restateacasa (a leggere un buon libro o un bel fumetto, naturalmente!).

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